Autoconsumo a distanza, la nuova grande opportunità per il fotovoltaico

Il decreto di attuazione della direttiva 944/2019 (e successive modifiche) aprirà al meccanismo dello scorporo in bolletta per l'energia consumata e prodotta nella stessa zona di mercato: per le PMI nessun limite di potenza, per le grandi imprese fino a 6 MW. Attesa la piena operatività entro metà 2026.
Una nuova opportunità sta per aprirsi per gli imprenditori e gli operatori del fotovoltaico in Italia, e arriva dall’autoconsumo a distanza.
Attualmente è infatti in discussione in Parlamento il decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2024/1711, che modifica le direttiva 2018/2001 e la direttiva 2019/944 per quanto riguarda il miglioramento dell’assetto del mercato dell’energia elettrica dell’Unione.
In base alla legge, sarà possibile realizzare impianti la cui energia prodotta può essere autoconsumata senza che l’utilizzatore insista sulla stessa cabina primaria: basterà che entrambi i soggetti si trovino nella stessa zona di mercato.
Questo passaggio è espresso nello schema di decreto legislativo presentato alle Camere lo scorso 10 ottobre come “modello extra-loco“ di condivisione dell’energia.
Autoconsumo a distanza e vantaggi per le imprese
La novità principale riguarda la possibilità per gli imprenditori di godere del meccanismo dello scorporo in bolletta dell’energia consumata. Vale a dire che tutta l’energia prodotta dagli impianti, se contemporaneamente consumata a distanza, non apparirà come voce di costo in bolletta.
I costi da coprire saranno quindi gli oneri di sistema, le accise, le tasse e, naturalmente, l’ammortamento dell’impianto.
“Per le Pmi non ci sarà alcun limite di potenza, mentre le grandi imprese potranno realizzare impianti fino a 6 MW”, spiega a QualEnergia.it Emilio Sani, avvocato e consigliere di Italia Solare, che ha mostrato le opportunità del provvedimento in arrivo nel corso dell’evento “Solar Building” di Napoli tenuto il 23 ottobre, dall’associazione.
“Per chi consuma energia – aggiunge Sani – è una testimonianza tangibile di come le rinnovabili aiutano a ridurre i costi energetici”.
L’iter del decreto prevede un via libera che dovrebbe arrivare “entro due mesi”, dopo i quali Arera dovrà normarne l’aspetto regolatorio, impiegando altri “quattro o cinque mesi”. La speranza, insomma, è che si possa essere in piena operatività entro luglio 2026.
Il potenziale applicativo è enorme proprio grazie al criterio delle zone di mercato. Ricordiamo che l’Italia ne ha 7 (Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia e Sardegna): si tratta di aree in cui la compravendita di energia si tiene senza restrizioni, in base a un prezzo specifico dell’energia, detto “prezzo zonale”.
Con l’autoconsumo a distanza all’interno della stessa zona di mercato “si supereranno le criticità degli energivori che hanno saturato la propria capacità ma che vedono i propri consumi aumentare”, ci spiega Giuseppe Esposito, direttore tecnico di 3E, azienda che si occupa di realizzare e gestire impianti FV.
“Pensiamo ad esempio alle strutture alberghiere di Napoli, edifici che sorgono in centro, che consumano molto, ma hanno poco spazio sul tetto, spesso occupato dalle macchine di condizionamento. Alcuni albergatori possiedono capannoni dismessi in zone lontane, che insistono su cabine primarie differenti. Ora potranno usarli per installare degli impianti e fare autoconsumo a distanza, godendo di un vantaggio non da poco, ossia vedersi scalata la quota energia dalla bolletta”, ha detto Esposito.
Altre prospettive per il FV residenziale
Nel corso dell’evento di Italia Solare sono anche state indagate altre due possibili leve per lo sviluppo del fotovoltaico legato alla riqualificazione energetica degli edifici: il Conto termico 3.0, con la sostituzione negli edifici del terziario degli impianti esistenti poco efficienti con pompe di calore da abbinare al fotovoltaico, e l’applicazione della Direttiva EPBD o “Case Green”.
Per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti da quest’ultima saranno indispensabili nuove installazioni fotovoltaiche.
A partire dal 1° gennaio 2028, i nuovi edifici di proprietà o gestione pubblica dovranno essere edifici a emissioni zero (“zero-emission buildings” o NZEB) ed entro tempi definiti dovranno essere “solar-ready” o dotati di impianti fotovoltaici dove tecnicamente ed economicamente fattibile.
Inoltre, gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 2.000 o 2.500 mq (a seconda del recepimento nazionale) dovranno installare impianti FV quando verranno richieste ristrutturazioni importanti o interventi soggetti a permesso edilizio.
In vista di queste ondate di installazioni attese, Italia Solare ha avanzato una proposta per il supporto al costo iniziale di investimento, illustrata da Sani: “Stiamo elaborando una proposta con un fondo di garanzia nazionale, un fondo rotativo con copertura delle prime perdite destinato a garantire prestiti bancari per la realizzazione degli impianti, con la possibile mediazione di ESCo e Cer come soggetti attuatori e con controgaranzie dello Stato”.
L’iniziativa “non verrà immediatamente attuata, perché si aspetterà il recepimento della direttiva”, ma “questa è la direzione che vorremmo prendere per dare una spinta importante a mercato del fotovoltaico residenziale”.
Il calo delle installazioni FV in Italia
Sul fronte delle installazioni, nonostante il fotovoltaico continui a consolidare il proprio ruolo nel sistema elettrico, nel nostro paese le connessioni risultano in calo.
Secondo i dati di Italia Solare (elaborati da fonte Terna), nei primi nove mesi del 2025 sono stati connessi alla rete 161.962 nuovi impianti, per una potenza complessiva di 4.078 MW, in calo del 17% rispetto ai 4.862 MW dello stesso periodo del 2024.
Il segmento considerato residenziale (<20 kW) è quello che ha registrato la maggior battuta d’arresto, con una diminuzione del 27% per potenza connessa e del 30% per numero di impianti.
Al 30 settembre 2025 risultano complessivamente connessi in Italia 2.040.850 impianti fotovoltaici, per una potenza cumulata di 41.154 MW. Rispetto al totale registrato a fine 2024, l’aumento è del 9% in numero di impianti e all’11% in termini di potenza installata, valori che indicano un rallentamento rispetto al biennio precedente.
“I dati confermano che il fotovoltaico è ormai una realtà strutturale nel nostro Paese, ma anche che siamo in una fase di rallentamento rispetto al picco del biennio precedente, anche se ci aspettiamo una nuova spinta nei prossimi anni per il settore utility scalegrazie al decreto Fer X”, ha commentato Paolo Rocco Viscontini, presidente dell’associazione.
FONTE: www.qualenergia.it

